LA FELICITÀ
- libri e psicologia
- 3 feb 2019
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LA FELICITA CHE COSA E’ LA FELICITA? È un sentimento? È uno stile di vita? Molti autori filosofi letterati hanno scritto riguardo la felicita. Questoggi citando autori e letterati famosi vi parlerò della felicita. La felicita è una condizione umana in cui l’uomo si trova ad essere sereno e contento di se stesso della sua vita e degli altri. Wow....tutto qua? No direi di no c’è dell’altro. La felicita è quando si vive una condizione di benessere fisico sentimentale economico relazionale ma soprattutto si ama se stessi. Amare se stessi e poi gli altri non è una forma di egoismo ma è una forma di ascolto intropsettivo che ci permette di dare il massimo, il 100%. È facile? No. Ci si riesce sempre? No. E quindi significa che la felicita non c’è sempre? Errato. La felicita è sempre presente sta a noi coltivarla e farla crescere ogni giorno. Da un punto di vista psicologico la felicita è intesa oltre che come una condizione di benessere alcuni studiosi hanno posto l'accento sulla componente emozionale , come il sentirsi di buon umore, altri sottolineano l'aspetto cognitivo e riflessivo , come il considerarsi soddisfatti della propria vita. La felicità a volte viene descritta come contentezza, soddisfazione, tranquillità, appagamento a volte come gioia, piacere, divertimento. Secondo Argyle (1987), il maggiore studioso di questa emozione, la felicità è rappresentata da un senso generale di appagamento complessivo che può essere scomposto in termini di appagamento in aree specifiche quali ad esempio il matrimonio, il lavoro, il tempo libero, i rapporti sociali, l'autorealizzazione e la salute e il benessere personale come mantenimento in buona salute e dal punto di vista estetico.La felicità è anche legata al numero e all'intensità delle emozioni positive che la persona sperimenta e, in ultimo, come evento o processo emotivo improvviso e piuttosto intenso è meglio designata come gioia . In questo caso è definibile come l'emozione che segue il soddisfacimento di un bisogno o la realizzazione di un desiderio e in essa, accanto all'esperienza del piacere, compaiono una certa dose di sorpresa e di attivazione (D'Urso e Trentin , 1992). Quindi si puo affermare che tutti noi, in misura più o meno accentuata, proviamo emozioni, in un certo senso le agiamo a livello di comportamenti più o meno visibili e consapevoli, le condividiamo con gli altri parlando o scrivendo di esse, alcuni riescono perfino ad immortalarle nelle opere d'arte. Ma cosa succede dentro e fuori di noi quando siamo felici? Si riesce a notare quando una persona è felice oppure è una questione meramente introspettiva?Alcuni autori (Maslow , 1968; Privette , 1983) riportano che le sensazioni esperite con più frequenza dalle persone che si trovano in una condizione di felicità o di gioia sono quelle di sentire con maggiore intensità le sensazioni corporee positive e con minore intensità la fatica fisica, di sperimentare uno stato di attenzione focalizzata e concentrata, di sentirsi maggiormente consapevoli delle proprie capacità. Spesso le persone felici si sentono più libere e spontanee , riferiscono una sensazione di benessere in relazione a se stesse e alle persone vicine e infine descrivono il mondo circostante in termini più significativi e colorati. Inoltre le persone che provano emozioni positive, quali ad esempio gioia e felicità, a livello fisiologico presentano un'attivazione generale dell'organismoche si manifesta con un'accelerazione della frequenza cardiaca, un aumento del tono muscolare e della conduttanza cutanea e infine una certa irregolarità della respirazione. In ultimo chi è felice sorride spesso . In effetti il sorriso, sovente accompagnato da uno sguardo luminoso e aperto, è la manifestazione comportamentale più rappresentativa, inconfondibile e universalmente riconosciuta della felicità e della gioia. Il gesto di sorridere, la serenita la sponteneita sono caratteristiche di una persona felice. Molti autori come gia affermato hanno trattato in lungo e in largo della felicita vediamone alcuni analizzando citazioni o frasi. Partendo dall’antichita non si puo non citare SENECA nell’opera intitolata la felicita e nel seguente passo tratta questo tema. << Non c'è dunque nulla di peggio che seguire, come fanno le pecore, il gregge di coloro che ci precedono, perché essi ci portano non dove dobbiamo arrivare, ma dove vanno tutti. Qu esta è la prima cosa da evitare. Niente c'invischia di più in mali peggiori che l'adeguarci al costume del volgo, ritenendo ottimo ciò che approva la maggioranza, e il copiare l'esempio dei molti, vivendo non secondo ragione ma secondo la corrente. Da qui questo enorme affollarsi di persone che rovinano le une sulle altre. Come in una grande massa di uomini, in cui ciascuno, spingendo, cade e fa cadere (nessuno infatti cade senza tirarsi addosso almeno un altro, e i primi nuocciono a quelli che gli vanno di etro), così avviene in tutti i campi della vita: nessuno sbaglia a suo esclusivo uso e consumo, ma ciascuno di noi è artefice e responsabile anche degli errori degli altri. è pericoloso appoggiarsi a quelli che ci camminano davanti, ma noi, come preferiamo affidarci alle opinioni altrui piuttosto che giudicare con la nostra testa, così anche intorno alla vita non formuliamo mai dei giudizi personali, sicché l'errore, passando di mano in mano, c'incalza, ci travolge e ci butta giù, con nostra grande rovina. Sono gli esempi degli altri che ci guastano: solo se sapremo tenerci lontani dalla moltitudine potremo salvarci.>> seneca ci stupisce con le sue parole cosi attuali e profonde in questo passo cosi breve ma intenso. L’autore vuole porre l’accento sul fatto che la felicita è proprio dentro di noi , ma se invece di limitarci a chiedere consigli ci leghiamo in maniera ossessiva ai desideri e ai pensoeri altrui finisce che ci “guastiamo” e ci troviamo infelici a cercare il motivo di questa infelicita. Sempre legato all’antichita si puo citare Terenzio, autore di commedie latine che con la sua ironia riesce a lasciare al lettore un messaggio non poco profondo o scontato. Spesso le commedie di Terenzio riguardano personaggi coinvolti in vicende aggrovigliate difficili e ostiche....in questo caso dove sta la vera felicita? Il vero processo di maturazione personale del personaggio con un giusto approfondimento psicologico e un inmancabile ironia che rendono il tutto piu intrigante e suggestivo. Nella commedia “adelphoe” tradotta “i fratelli” tratta la storia dei fratelli demea e Micione Chi è arrivato secondo metodi educativi opposti rispettivamente autoritario permissivo i due figli di demea chiamati Ctesifone ed Eschino quest'ultima dettato da micione.Ctesifone è innamorato di una cortigiana riesci a sottrarla al lenone con l'aiuto di Eschino che a sua volta una relazione clandestina con una ragazza povera e sta per avere un figlio da lei. Dopo una serie di equivoci entrambi gli adolescenti riescono a realizzare il loro amore. Ecco il passo di seguito:<< Ti dirò: per dimostrarti che questi qua ti considerano generoso e simpatico non perché hanno una sana concezione della vita e meno che mai per giustizia e onestà, ma solo perché tu li lusinghi e li gratifichi, Micione. Ora però se questo è il motivo per cui odiate il mio modo di vivere, Eschino, siccome, giuste o ingiuste che siano, non amo le posizioni radicali, la faccio finita: spendete, spandete, fate quel che vi pare. Se però c'è qualcosa che, siccome siete giovani, vedete meno bene, desiderate troppo, non ponderate abbastanza, se vi fa piacere che io intervenga, vi corregga o, quando è opportuno, vi assecondi, eccomi qua a vostra disposizione. ESCHINO Ci rimettiamo a te, padre, tu sai meglio di noi quel che bisogna fare. Ma di mio fratello, che ne sarà? DEMEA D'accordo, se la tenga pure: ma che sia l'ultima. MICIONE Questo è giusto. CANTORE (agli spettatori) E voi applaudite>> Infine non possono mancare due degli autori piu famosi della letteratura italiana ovvero leopardi e dannunzio. Leopardi a mio parere è considerevole citarlo riguardo la poesia il sabato del villaggio, dove dietro la semplice descrizione delle attività dei paesani di Recanati c'è un forte messaggio allegorico. Il sabato, in cui ci si prepara alla festa, diventa allegoria della giovinezza, dei sogni, delle speranze. La domenica, invece, rappresenta l'età adulta con la caduta delle illusioni. Anche se leopardi viene criticato da molti per essere triste e angoscioso qua in questo testo si vede un grande messaggio di speranza appunto identificato con la festa della giornata deò sabato. Il testo ci mette davanti ad alcune frasi significative. Testo La donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole, Col suo fascio dell'erba; e reca in mano Un mazzolin di rose e di viole, Onde, siccome suole, 5 Ornare ella si appresta Dimani, al dì di festa, il petto e il crine. Siede con le vicine Su la scala a filar la vecchierella, Incontro là dove si perde il giorno; 10 E novellando vien del suo buon tempo, Quando ai dì della festa ella si ornava, Ed ancor sana e snella Solea danzar la sera intra di quei Ch'ebbe compagni dell'età più bella. 15 Già tutta l'aria imbruna, Torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre Giù da' colli e da' tetti, Al biancheggiar della recente luna. Or la squilla dà segno 20 Della festa che viene; Ed a quel suon diresti Che il cor si riconforta. I fanciulli gridando Su la piazzuola in frotta, 25 E qua e là saltando, Fanno un lieto romore: E intanto riede alla sua parca mensa, Fischiando, il zappatore, E seco pensa al dì del suo riposo. 30 Poi quando intorno è spenta ogni altra face, E tutto l'altro tace, Odi il martel picchiare, odi la sega Del legnaiuol, che veglia Nella chiusa bottega alla lucerna, 35 E s'affretta, e s'adopra Di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba. Questo di sette è il più gradito giorno, Pien di speme e di gioia: Diman tristezza e noia 40 Recheran l'ore, ed al travaglio usato Ciascuno in suo pensier farà ritorno. Garzoncello scherzoso, Cotesta età fiorita È come un giorno d'allegrezza pieno, 45 Giorno chiaro, sereno, Che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, Stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'; ma la tua festa 50 Ch'anco tardi a venir non ti sia grave. Una delle frasi piu significative di questa poesia è proprio presente nella strofa finale << Garzoncello scherzoso, Cotesta età fiorita È come un giorno d'allegrezza pieno, 45 Giorno chiaro, sereno, Che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, Stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'; ma la tua festa 50 Ch'anco tardi a venir non ti sia grave.>> che puo essere parafrasato cosi <> e ci porta a riflettere sulla fugacita della felicita ma anche sulla capacita dell’uomo di saperla conservare e farla continuare ancora un poco. Infine nel piacere di dannuinzio in un passo ambientato nella festa di san silvestro è presente l’ansia dell’attesa del nuovo anno e per andrea sperelli anche l’attesa della sua amante ma elena grazie ad un ricordo della sua giovinezza riesce a provare la felicita. Il testo seguente elabora proprio questo concetto di nuovo della felicita questa volta come condizione umana derivante da un ricordo:<> Come citazione finale si puo nominare il fantastico andreoli, che nel libro una lettera ad un adolescente parla,attraverso la descrizione del rapporto padre figlio,della felicita. Andreoli pero non da una definziione di felicita spiega in maniera molto dettagliata che cosa rende infelici gli adolescenti. Il testo che segue tratta in particolare dell’adolescenza: << Si tratta di un pregiudizio generale, perché tutti gli adolescenti, indistintamente, sono insoddisfatti del proprio corpo e si sentono brutti. Pensa al dramma che vivi ogni volta che scopri un brufolo. E’ un puntino rosso su un frammento della cute, invisibile a tutti tranne che a te, che lo vedi enorme, un vulcano che erutta pus e che fa uno schifo tale da doverlo nascondere, al punto che non esci dalla tua stanza pur di non portare a spasso quell’orrore che tutti vedranno non appena poggeranno lo sguardo su di te, venendo colti da vomito inarrestabile o, in alternativa, da pietà e misericordia. Se non ti dicono nulla è per pietà, e perché provano pena per la tua situazione. In realtà quel puntino è ingrandito dalla tua fantasia, dal principio universale, e dunque a priori, per cui un adolescente per essere tale si deve sentire e vedere brutto, un anatroccolo deforme che soltanto madre e padre cercano svogliatamente di sostenere con quell’atteggiamento da san Vincenzo che fa essere ottimisti anche uno che sta tirando le cuoia nello sterco e nell’abbandono. C’è poi il seno troppo abbondante o troppo piccolo, e anche in questo caso le misure soggiacciono al principio generale per cui un adolescente riesce sempre a individuare i presupposti della propria deformità e quindi della propria paura. Lasciamo stare la cellulite. E i capelli, che una ha ricci e tira per farli diventare dritti, un’altra ha a “retta sparata” e vorrebbe facessero almeno la curva. E poi c’è il dramma del sedere. E’ stupefacente quanta attenzione gli si dedichi, quasi come a un secondo volto. E ovviamente anche questo è orrendo e allora non rimane che piangere la mancata fortuna e prendersela con la mamma, che forse è la causa principale del disastro, avendoti trasmesso geneticamente la bruttezza. E guai se qualcuno tenta di consolarti: è la prova che davvero sei fuori misura e non ti resta che la fuga dal mondo.>>. Questo testo è importante per capire che spesso ci si ritrova ad essere infelici o di cattivo umore, per motivi superflui e invece bisogna saper apprezzare quello che si ha, quello che si è e combattere sempre per superare i momenti bui. Concludendo mi piace pensare alla felicita paragonabile ad una nevicata, quando siamo felici, tutta la vita, intendo tutti gli ambiti della notra vita vanno a gonfie vele e questo perche? Perche la felicita è come la neve che quando cade copre qualsiasi punto e non esclude niente. Inviato da Posta per Windows 10
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